Itinerari

INVERNI SENZA NEVE… MA CON IL GHIACCIO!

Purtroppo anche quest’anno, come già successo tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016, l’amata “dama bianca” (ovvero la neve) si fa attendere a lungo, con dispiacere di chi frequenta la montagna in inverno con le racchette da neve o con gli sci da scialpinismo. Chi invece ama percorrere a piedi i sentieri si ritrova, al contrario, con delle condizioni uniche per raggiungere cime o rifugi altrimenti irraggiungibili in inverno: ecco che la stagione delle escursioni a piedi si allunga a dismisura. Attenzione però che nonostante le temperature miti e l’inversione termica rendano più piacevole una gita a piedi a 2000 m di quota piuttosto che rimanere nel fondovalle, magari immersi fra le nebbie, la frequentazione della montagna in questo periodo, anche in assenza della neve, comporta dei pericoli da tenere sempre ben presenti.
Per prima cosa ricordiamoci che le ore di luce sono molto inferiori rispetto a quelle a cui siamo abituati: cerchiamo di programmare delle uscite con una tempistica tale che ci permetta di ritornare alle nostre auto quando ancora c’è luce, e non dimentichiamo mai di portare nello zaino un frontalino, perché anche un semplice sentiero o una strada forestale con il buio possono riservare delle spiacevoli sorprese. In secondo luogo ricordiamoci che se le temperature di giorno e nei versanti al sole possono sembrare miti la stessa cosa non vale nei versanti in ombra, o nelle ore serali: avere sempre nello zaino un cambio completo ed una copertura termica adeguata (vi sono attualmente dei piumini tecnici molto leggeri e che occupano pochissimo spazio, che per contro mantengono un alto calore corporeo).

Questo mio articolo ha però l’obiettivo di porre l’attenzione maggiore alle insidie create dal ghiaccio: anche se la neve non accenna a farsi vedere, il ghiaccio si ripresenta puntualmente tutti gli anni, anche a bassa quota, nel periodo invernale (in quota o nei versanti rivolti a nord lo possiamo tranquillamente trovare già alla fine di agosto, e rimane lì fino alla primavera successiva). Come detto le temperature miti e l’assenza di neve portano sempre più spesso gli escursionisti a frequentare i sentieri in quota, che nella maggior parte dei casi possono anche presentare condizioni simili a quelle estive, ma che in alcuni punti nascondono delle vere insidie. Nelle foto sotto riportate potete notare come nei versanti a nord, specie i quota, la poca neve caduta anche mesi prima rimane a lungo, e spesso si trasforma in una lastra compatta di neve dura/ghiaccio.

Al tempo stesso anche in bassa quota quelli che potrebbero sembrare dei banali sentieri possono essere a tratti coperti da una lastra continua di ghiaccio: se in alcune situazioni è possibile passare facilmente a lato del sentiero ed evitare il ghiaccio (foto 4 e 5), in altri casi il percorso è obbligato, ed una scivolata potrebbe causare delle serie conseguenze (foto 6). Nella foto 7 si vede come il sentiero (ben visibile sulla parte destra) vada ad attraversare un colatoio, in cui l’acqua presente nel periodo estivo, anche se poca, si è trasformata in ghiaccio a causa delle temperature rigide: una caduta nel punto in cui il sentiero attraversa la colata di ghiaccio risulterebbe essere senz’altro fatale. Nelle foto 8, 9 e 10 i dettagli del punto in cui il sentiero citato attraversa il colatoio ghiacciato: non è impossibile da passare, ma serve fare molta attenzione. Anche nelle foto 11 e 12 si nota come il sentiero estivo, in cui è presente una scaletta di ferro per agevolare il passaggio, sia diventato a tutti gli effetti una piccola colata di ghiaccio continua: anche in questo caso una caduta risulterebbe fatale, visto che al di sotto vi è una parte verticale di alcune decine di metri. Lo stesso discorso vale per i sentieri ripresi nelle foto 13, 14 e 15, in cui risulta evidente come il ghiaccio abbia ricoperto completamente il tracciato. Quelle riportate sono solo alcune delle situazioni che sistematicamente si ritrovano ogni anno, da settembre fino a novembre, dove di solito la neve abbondante arriva a coprire queste insidie (portandone di nuove, legate alle valanghe, ma questo è un altro discorso …). Negli ultimi due anni questi problemi sono maggiormente sentiti proprio in virtù della mancanza di neve: serve essere sempre più consci del problema, e magari essere preparati ed attrezzati per superare queste insidie.

Sempre più di uso comune sono i ramponcini (foto 16 e 17): a seconda dei modelli sono dotati di più o meno punte, di solito 10-12, più piccole e meno affilate di quelle dei classici ramponi, collegate mediante degli anelli di metallo ad una fascia di gomma che avvolge lo scarpone. Sono molto comodi e pesano poco (al di sotto di 500 gr circa, fino ad arrivare a pesi piuma compresi fra i 168 ed i 185 gr nei modelli adatti allo skyrunning), ideali da avere sempre con se nello zaino. Prestate in ogni caso la massima attenzione nel loro utilizzo: tali ramponcini sono ideali solo su terreni pianeggianti o lievemente inclinati, per brevi tratti ghiacciati. Su terreni più inclinati o con presenza di neve compatta/ghiacciata o di brevi tratti verticali di ghiaccio tali attrezzi sono assolutamente da evitare: ne sono la prova, purtroppo, i molti incidenti che negli ultimi inverni si registrano a causa di un loro utilizzo errato. Nelle condizioni appena menzionate gli unici attrezzi da utilizzare sono i classici e mai tramontati ramponi a 10-12 punte, che nel tempo si sono via via differenziati a seconda dell’utilizzo, e diverse ditte costruiscono modelli specifici per l’escursionismo. Personalmente ritengo un ottimo prodotto il modello Nevis della Climbing Technology (foto 18), con allacciatura universale e quindi adatto a qualsiasi tipo di calzatura (non solo quindi per gli scarponi semi-ramponabili), e con un ottimo rapporto qualità/prezzo. Accanto ai ramponi ricordo essere sempre fondamentale avere con sé anche una piccozza: su terreni ghiacciati o con neve molto dura i classici bastoncini da trekking servono a poco, mentre è molto più utile, se non indispensabile, avere con sé questo attrezzo. Esistono moltissimi modelli in commercio: ottimi prodotti per l’escursionismo invernale sono la Petzl Sum’Tec o la Black Diamond Venom.

Avere queste attrezzature nello zaino è fondamentale, ma non sufficiente: serve anche sapere come si utilizzano al meglio. Per questo è meglio investire un po’ del proprio tempo nella sicurezza, e magari chiedere una giornata di lezione ad una Guida Alpina (www.guidealpineveneto.it), unica figura professionale riconosciuta per insegnare l’utilizzo di tali attrezzature: né gioverà di certo la tranquillità delle vostre prossime uscite invernali. E non dimenticate la regola di base della frequentazione in montagna: se le condizioni sono comunque eccessivamente pericolose, nonostante abbiate con voi l’attrezzatura idonea e la sappiate usare al meglio, vi è sempre la possibilità di cambiare itinerario o di tornare indietro ed attendere condizioni migliori.

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